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giovedì 1 settembre 2016
Spunti dal Challenger 6: storia di Collarini e della sua voglia di battere la sfortuna
Ed eccoci arrivati ai nostri appunti sparsi dal Challenger di Como. Che, questa sera, si "fondano" sull'argentino Andrea Collarini, forse il giocatore meno noto tra gli otto rimasti in corsa.
Si insomma, è stato lui a catturare la nostra curiosità. Di Adrian Ungur (passato senza giocare per il ritiro del serbo Krajinovic per un guaio ad un polso), Gerald Melzer (di cui diamo conto nel post precedente), Marco Cecchinato, Leonardo Mayer, Kenny De Schepper, Taro Daniel già un po' sapevamo, come pure (poco) di Nils Langer. Ma di Collarini non avevamo mai sentito parlare.
Ma, magia della rete, iniziando a scavare sono saltati fuori dati interessanti. A partire dal fatto che Collarini aveva giocato la finale al Roland Garros Junior e la semifinale al Bonfiglio nel 2010, vincendo da giovane tornei su tornei anche contro ragazzi che ora stanno nei primi 100 al mondo.
Poi, dal 2014 (quando era già 180 al mondo) il buio fino a qualche mese fa. Questa mattina ce lo siamo trovati sul Centrale battere per 6-2 6-2 - dominando - Marco Trungelliti, connazionale albiceleste e 130 dell'Atp. "Ho avuto un po' di problemi con gli infortuni", ci ha poi rivelato Andrea.
E per "un po' di problemi con gli infortuni" si intendono due operazioni chirurgiche e altri due strappi agli addominali, per un totale di quasi due anni di stop che ci portano dritti al 2016. Insomma, da Como potrebbe partire la risalita di Collarini che di punti ne immagazzinerà un po' grazie ai quarti di finale. "Qui mi trovo bene, il posto è splendido".
"Io sono anche un po' italiano grazie al mio bisnonno". Ed in effetti l'argentino di passaporti ne ha altri due. Uno americano - è nato a New York - e uno proprio del Bel paese. Domani nei quarti affronterà Ungur, vecchia volpe dei campi da tennis, ma non crediamo parta battuto nonostante la classifica segni oltre 150 posizioni di distacco.
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