mercoledì 5 ottobre 2016

L'ANGOLO del fisioterapista: in questo mese parliamo delle LESIONI MUSCOLARI


Siamo giunti all'undicesima puntata de L'Angolo del Fisioterapista, l'appuntamento mensile per i lettori di "Game Set & Match - Il Tennis Comasco". In questa occasione parliamo delle lesioni muscolari, argomento vario e complesso.

Per comprendere i molteplici nomi che si usano per definire una lesione muscolare bisogna innanzi tutto conoscere come è fatto un muscolo e come si chiamano le  principali strutture.

ANATOMIA

Il muscolo si divide in due parti: il tendine ed il ventre muscolare. Il tendine permette al muscolo di inserirsi sull’osso, esso non si contrae perché costituito in gran parte da fibre di tessuto connettivo e in misura ridotta dall’elastina, una fibra proteica che permette al tendine di allungarsi. Alcuni tendini sono  rivestiti da una guaina tendinea, la guaina sinoviale, che li protegge durante lo scorrimento su tessuti ossei. La zona in cui si inserisce il tendine all’osso si chiama entesi, mentre quella che unisce il tendine al muscolo prende il nome di giunzione teno-muscolare. Il ventre muscolare è la parte contrattile del muscolo ed è formato da molti  fasci muscolari, ogni fascio muscolare è formato da tante fibre muscolari, ogni fibra muscolare è formata da moltissime miofibrille. Le miofibrille sono costituite da filamenti di actina e di miosina che scorrendo danno movimento al muscolo.

LE CAUSE DELLE LESIONI MUSCOLARI

In letteratura si possono trovare due principali cause di lesioni muscolare:

  • lesioni muscolari dirette: si intendono quelle lesioni determinate da un trauma diretto ovvero quando una forza esterna agisce contro in muscolo causando lesioni che variano dalla contusione alla rottura; questa lesione è frequente negli sport di contatto (calcio, rugby, basket).
  • lesioni muscolari indirette: sono quelle lesioni in cui manca il contatto diretto di una forza traumatica. Possono essere causate da un improvviso allungamento passivo del muscolo, come un calcio a vuoto, da una rapida contrazione del ventre muscolare a partire da uno stato di rilasciamento completo, da problemi di co-contrazione agonisti-antagonisti, da un problema dismetabolico periferico (dettato dalla fatica o dalla mancanza di allenamento) o centrale (dovuto a fattori più complessi).

DIAGNOSI

La diagnosi viene fatta attraverso l’anamnesi clinica del paziente, l’esame obiettivo, dei test clinici e muscolari ed utilizzando l’ecografia muscolo-scheletrica.

CLASSIFICAZIONE

Traumi diretti:

  • Contusioni di I grado: interessano la cute e il sottocute, provocando la rottura dei capillari; la tumefazione e il dolore sono di entità limitata, minime la perdita di forza e la limitazione del movimento; può essere presente una ecchimosi poco estesa.
  • Contusioni di II grado: interessano il sottocute, provocando la rottura di piccoli vasi; la tumefazione e il dolore sono di maggiore entità, sono presenti ecchimosi ed ematoma e il muscolo perde in parte la capacità di contrarsi.
  • Contusioni di III grado: interessano il muscolo, provocando la lesione di vasi e nervi: l’ematoma che si forma e l’estensione del danno causano la perdita della capacità di contrarsi del muscolo interessato. 

Traumi indiretti:

  • Contrattura: la contrattura viene considerata di grado 0 perché non vi è la presenza di lesione nel tessuto muscolare. Essa è uno spasmo muscolare doloroso, che tende a non regredire spontaneamente anche se la sintomatologia dolorosa dura solo qualche giorno. Le contratture appaiono anche dopo le lesioni muscolari  prendendo il nome di contratture antalgiche. La prognosi e tra gli 0 e i 7 giorni.
  • Elongazione muscolare: sono le lesioni di primo grado, interessano le miofibrille, non vi è ecchimosi. I tempi di guarigione si aggirano tra i 15 e i 20 giorni.
  • Distrazione muscolare: è una lesione di secondo grado, interessa le fibre muscolari. A seconda della gravità della lesione prendono il nome di primo stadio (lesione di alcune fibre muscolari), di  secondo stadio (quando sono interessati uno o più fasci muscolari), di  terzo stadio (quando la rottura interessa molti fasci muscolari ma meno del 50% del ventre muscolare). Lo stop sportivo varia tra le 3 e le 6 settimane.
  • Strappo  o rottura: è la lesione di terzo grado, la più grave, essa e si estende a tutto il ventre muscolare. La cura e la prognosi sono di pertinenza del medico ortopedico.

TRATTAMENTO

Il Trattamento riabilitativo delle lesioni muscolari, per velocizzare il recupero ed evitare le recidive, deve considerare sempre tre regole d’oro:

  1. Bisogna considerare la lesione muscolare sempre più grave di quella che è
  2. Ricordarsi che la guarigione del tessuto muscolare avviene assai dopo la scomparsa, anche totale, del dolore
  3. Riposo dalla attività sportiva

Nel caso delle contusioni, oltre al riposo, è utile applicate del ghiaccio immediatamente dopo il trauma diretto (durante il giorno successivo) ed eventualmente fasciare (comprimere) la zone colpita. E’ controindicato il massaggio, ma è utile applicare dei Kinesio-taping per facilitare il drenaggio dell’ematoma dopo due tre giorni dall’infortunio. Per ciò che concerne le lesioni muscolari indirette le terapie ed i tempi d’intervento sono diversi a seconda del grado della lesione:

  • Contrattura: guarisce in una settimana circa e, dopo la scomparsa del dolore che avviene in due-tre giorni, possono essere utili dei massaggi con oli  anche auto praticati dall’atleta.
  • Elongazione muscolare: i tempi di guarigione si aggirano tra i 15 e i 20 giorni, l’intervento della fisioterapia è fondamentale con la terapia manuale, del massaggio e dello stretching, e anche attraverso l’ausilio di strumenti quali Tecarterapia, Laser e onde d’urto.
  • Distrazione muscolare: lo stop sportivo varia tra le 3 e le 6 settimane.Anche in questo caso la fisioterapia è fondamentale per un recupero veloce e completo. A secondo dello stadio della lesione gli interventi, oltre alle terapie già citate per l’elongazione, possono comprendere come ultima fase riabilitativa anche il rinforzo muscolare e degli esercizi propriocettivi.
  • Strappo  o rottura: come già scritto è la lesione più grave la cui cura e la prognosi sono di pertinenza del medico ortopedico.


Sitografia

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