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mercoledì 12 agosto 2015
Arnaboldi assaggia il cemento: la giornata di Portoroz si chiude con un sorriso e un ko
Si è conclusa a notte fonda, quando ormai i dodici rintocchi erano passati, la lunga giornata di Andrea Arnaboldi al Challenger di Portoroz, in Slovenia (Portorose all'italiana). Una vittoria in doppio e una sconfitta in singolare sono il bilancio in questo torneo sul cemento piazzato apposta nel calendario per dimenticare le soddisfazioni della terra rossa (semifinale sabato a Cortina) e prepararsi al veloce americano e alle quali dell'Us Open.
Insomma, in Slovenia più che vincere - che comunque non fa mai male - conta rimanere in campo il più a lungo possibile per acquisire i meccanismi della nuova superficie.
Ed è per questo che è una buona cosa che Andrea, in coppia con il giocatore di Cina Taipei Hsin-Han Lee abbia passato gli ottavi di finale del doppio battendo per 6-3, 6-4 (nel primo set erano sotto 3-1) la coppia slovena Jarc-Kaplja.
Domani si torna in campo per giocarsi il passaggio in semifinale contro il tandem numero 2 del tabellone, il francese Fabrice Martin e l'indiano Purav Raja.
Meno bene sono andate le cose in singolare, con il canturino ko con il padrone di casa Grega Zemlja per 6-4, 5-7, 6-1 in due ore di partita. Gara bella e spettacolare fino al 4-1 della terza partita, quando Andrea ha avuto tre palle break per rientrare nel match prima di cedere all'avversario.
Una nota doverosa: Zemlja oggi è 290 al mondo, ma sta rientrando pian piano dopo un lungo stop per malattia. In un passato recente è stato tra i primi 50 al mondo (43°), finalista Atp a Vienna (primo sloveno della storia) e pure in grado di arrivare al terzo turno di Wimbledon. Insomma, un giocatore che è pericoloso per tutti. Un test probante per Arnaboldi sulla via degli Stati Uniti.
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