Per un'ora e mezza abbiamo sognato, e abbiamo visto un Andrea Arnaboldi da primi 20 al mondo. Siamo di parte? Può essere, e allora citiamo un cronista televisivo britannico (sopra le parti) che ad inizio secondo set, con Andrea avanti 7-5 con il belga David Goffin, si è lasciato andare ad un estasiato "What a shot from the number 200 of the world".
Già perché oggi i 200 posti in classifica di differenza tra Arnaboldi, 212 dell'Atp, e Goffin, numero 20 (!!!) non si sono visti. Almeno per un'ora e mezza, prima che il carburante finisse e forse con esso anche l'illusione di una impresa storica.
L'avevamo detto nel post di ieri. Goffin era l'avversario peggiore da affrontare. Perché forte ovviamente, perché completo, ma anche perché è un giocatore umile, poco appariscente, che sa soffrire in quanto formato nell'inferno dei Challenger.
Così, se oggi un altro big di fronte ad uno splendido Arnaboldi, si sarebbe lasciato andare infastidito, lui si è messo a remare al pari di Andrea, punto sui punto, come se fossimo in un Futures e non agli Internazionali d'Italia.
Bravo il belga, che ha portato a casa la pelle per 5-7, 6-2, 6-1. Bravissimo il nostro Arnaboldi, che ci ha regalato un sogno lungo quattro giorni.
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